domenica 12 luglio 2015

Lo zen e l'arte dell'intrepidezza

Ci sono cose che capitano nel momento esatto in cui ne hai bisogno. 
Come incontrare lo zen e in un weekend sentire che tanti sassi in cui sei inciampata si possono unire a costruire una strada.
Fare una strada è abbastanza semplice, quando capisci come sistemare i ciottoli. Percorrerla già è più difficile. Ma è solo questione di non avere paura.
Se un samurai ha paura della morte è morto! Non avere paura è indispensabile per riuscire a bloccare al volo la lama di una katana tra due palmi. Ma pur non essendo un samurai inizio a capire quanto l'assenza della paura sia necessaria per stare bene. La paura è solo nella mia mente. Mi blocca e mi impedisce di vivere qui ed ora. Stare nel momento: lo puoi fare solo se non hai paura e se non sei chiuso nella tua mente. Piccola mente limitata e limitante. Io sono molto di più della mia mente! Pensare al passato e al futuro è fantasy. Non serve a niente. Il rimpianto di quel viaggio a Tokyo tanto desiderato e la tristezza di un futuro prossimo in cui qualcuno lo farà senza di me non fa bene. Non mi fa vivere nel presente e mi fa perdere momenti preziosi. Quindi basta. Voglio solo essere qui, ora. Farmi una doccia senza pensare a nient'altro, solo a prendermi cura del mio corpo, a restare connessa a me stessa. Insaponarmi un braccio e sentire con i polpastrelli la mia pelle. Concentrarmi su quello che sto facendo, sull'acqua che mi bagna i capelli e corre lungo la schiena. Io sono questa. Sono più di ciò che penso. E non devo avere paura di niente. Che sia paura di un insetto, del vuoto, di essere traditi o del fallimento, sempre della stessa paura si tratta. E' superandola che puoi seguire il flusso e permettere che le cose accadano. 

Tempo fa, su una di quelle riviste che solitamente si leggono dal parrucchiere in attesa che la tinta faccia presa, lessi la risposta di un presunto esperto in relazioni amorose alla richiesta di consigli da parte di una fedele lettrice. Il tizio in questione diceva di avere una coppia di amici sposati e molto innamorati. Lei era terrorizzata dai clown e lui, per amor suo, faceva di tutto per farle evitare qualsiasi spiacevole incontro con la suddetta categoria di uomini con naso rosso e scarpe fuori misura. Questo per lui era l'amore. L'impegno di un devoto marito nell'evitare ogni possibile occasione di trauma per la moglie. La conclusione era che se un uomo non fa questo per te, allora non gli piaci abbastanza. Quindi, alla cara lettrice, veniva caldamente consigliato di lasciar perdere al più presto il suo non marito niente affatto premuroso.
Lo stesso Freud mi disse che a volte avere paura è un bene perché fa evitare sbagli o situazioni di pericolo. 
Oggi, grazie allo zen e ad un giapponese altro un metro e sessanta, fidanzato da vent'anni con un americano spiccicato al marito di Samantha in Vita da strega, ho capito quanto tutto ciò sia inveritiero.  La paura non è mai positiva. E ad essere pericoloso non è l'assenza della paura ma considerare amore una forma di dipendenza. Dipendere da qualcuno e farsi bloccare da paure che esistono solo nella propria mente, questo si che è mortale.

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